E’ entrata in vigore lo scorso 15 maggio la nuova direttiva Ue semplificata per la valutazione d’impatto ambientale. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea n. L 124/1 del 25 aprile 2014, la nuova direttiva Via -2014/52/Ue – si è
“insediata” e gli Stati membri dovranno recepirla entro un anno (16 maggio 2017). Per le procedure già in corso si continuano ad applicare le disposizioni vigenti, mentre per i progetti le cui procedure di scoping, screening e Via sono state avviate dopo la data dell’entrata in vigore della nuova normativa, saranno applicate misure transitorie.
La nuova Via punta a migliorare la protezione ambientale,semplificando le regole amministrative esistenti, nella prospettiva di una smart regulation della Commissione europea. Si tratta di un nuovo approccio ai rischi e alle sfide emersi negli ultimi 25 anni, che si tradurrà in una maggiore attenzione per l’efficienza delle risorse, i cambiamenti climatici e la prevenzione dei disastri.
Innanzitutto, d’ora in poi ogni Stato dovrà semplificare le procedure ambientali. La nuova direttiva introduce inoltre nuove scadenze a seconda dei vari stadi di valutazione: per lo screening, il termine sarà di 90 giorni (con possibili eccezioni) e le consultazioni pubbliche avranno massimo 30 giorni di tempo per essere completate. Anche la stessa procedura di screening (procedura d’esame) per determinare se è necessaria una valutazione di impatto ambientale sarà snellita. I rapporti di Via dovranno essere più chiari e trasparenti per il pubblico, con dimostrazione da parte delle autorità competenti di oggettività in modo da evitare conflitti d’interesse.
La nuova direttiva stabilisce come obbligo per gli sviluppatori di evitare, prevenire o ridurre gli effetti negativi laddove i progetti comportino delle conseguenze importanti sull’ambiente. Anche lo Stato membro interessato dovrà monitorare le procedure per evitare costi aggiuntivi. Gli Stati membri dovranno recepire le nuove regole al più tardi entro il 2017 e dovranno anche comunicare alla Commissione la legislazione nazionale adottata per ottemperare alla nuova Direttiva.